Spicca in tutta la sua imponenza la cappella dei S. Panfilo in marmi policromi. Nel 1662, i sulmonesi, a seguito di un voto per essere scampati alla peste del 1656 che colpì tutto il Regno di Napoli, vollero erigere un piccolo altare con edicola in onore di S. Panfilo patrono della città.
L’edicola con coppie di colonnine d’angolo è sormontata da un cupolino e quattro statuine di gesso. Nella parte superiore spicca l’epigrafe che ricorda come, per intercessione di S. Panfilo, Sulmona venne scampata dalla peste.
Le ossa del santo sono contenute in un’urna posta sotto l’altare, mentre il cranio è conservato nel busto di S. Panfilo in argento e rame con filigrana e smalti realizzato nel 1459 dal Sulmonese Giovanni Marino Di Cicco. La statua ha subito due furti, nel 1704 il più rovinoso, delle mani e della testa poi reintegrate dall’orafo romano Francesco Morelli. La struttura subì un altro furto nel 1978 e venne nuovamente restaurata nel 1979.
(A. Spina Vescovo di Sulmona – Valva, Le Basiliche Cattedrali di S. Panfilo e S. Pelino, cit. p. 83-84)