Autore: Ignoto
Scultura lignea del XIV secolo, che ha perso in parte l’originale policromia. È un’opera di grande suggestione, riconducibile nell’ambito del filone italo-tedesco piuttosto diffuso nel Mezzogiorno d’Italia attraverso le Marche. La tradizione vuole che sia stato Cosimo Meliorati di Sulmona (1336-1406) che, salendo al soglio pontificio (1404-1406) con il nome di Innocenzo VII, volle donarlo alla Cattedrale di Sulmona unitamente ad un mirabile pastorale e un pregevole calice con patena, ora esposti al Museo Diocesano di S. Chiara in Sulmona.
Francovich Geza de, nel suo saggio del 1938 sul Crocifisso gotico doloroso ha scritto: “Nella Cattedrale di Sulmona si erge, impressionante visione di fede rustica, un grande crocifisso che subito si rivela derivato dalla serie italo-tedesca di crocifissi dalmato-marchigiani dello scorcio del XIII secolo, con particolare riferimento a quello di Fabriano, del quale mantiene la lunghezza affinata sul volto, la depressione epigastrica entro i taglienti contorni della cassa toracica ischeletrita e le grevi sporgenze del bacino…nello scolpire il perizoma l’artefice non è riuscito a nascondere il suo imbarazzo, dando al partito di pieghe un’apparenza stranamente illogica e goffa”.
Colpisce la scritta in legno posta al di sotto del Crocifisso: “Questi occhi chiusi guardano ogni pianto”.
(A. Spina Vescovo di Sulmona – Valva, Le Basiliche Cattedrali di S. Panfilo e S. Pelino, cit. p. 69)